Materiali della lavorazione: il damasco
Il termine damasco indica genericamente lame particolari, in primo luogo per la caratteristica più evidente che le
rende riconoscibili per il colore differenziato con contrasti più o meno evidenti e, secondariamente (ma non in
ordine di importanza) per le qualità che le hanno rese famose specialmente nell’antichità quando il possesso di una
lama superiore garantiva il buon esito della battaglia ed era sicuramente determinante per la sopravvivenza.
Sono tre i tipi di damasco oggi considerati, due classici e uno recente,
differenti per la composizione, la lavorazione e il nome.
Il damasco europeo o damasco saldato è formato da strati di ferro e acciai di diversa
composizione alternati tra loro, saldati mediante forgiatura e ripiegati fino a produrre una lama di qualità
sicuramente superiore per la fusione di elementi qualitativi eterogenei. Dal punto di vista storico i dati a disposizione
ne confermano l’origine europea (vedi studi del prof. Panseri su una punta di lancia etrusca risalente al I secolo a.C.
ritrovata a Montefiascone). Un’analisi qualitativa e strutturale ha messo in evidenza le caratteristiche superiori del
damasco europeo rispetto a quello orientale.Il damasco a strati raggiunge poi il top con i maestri giapponesi che ancora
oggi producono lame eccezionali, probabilmente ineguagliabili.
Il damasco indiano o wootz, detto anche damasco orientale, si è sviluppato intorno al VII
secolo d.C. Ha una composizione omogenea in quanto l’elemento unico è il ferro puro che, posto in un crogiolo insieme a
legno di teak e di bambù, mediante un lungo processo di riscaldamento e lentissimo raffreddamento, si trasforma in acciaio.
Anticamente la città di Damasco era luogo di smistamento e scambio commerciale, tra oriente e occidente, delle lame
finite. Si ipotizza che questo fattore possa aver determinato il nome del metallo chiamato appunto come la città.
Un processo metallurgico innovativo, di matrice americana, chiamato sinterizzazione, consente di
legare i metalli con l’utilizzo delle loro stesse polveri mediante una fortissima pressatura. Questo procedimento viene
seguito per la preparazione del nuovo damasco inossidabile ottenuto legando due acciai inox (ATS34 – 440 A).
Questo tipo di damasco coniuga alle caratteristiche estetiche già note, un’ottima resistenza alla corrosione.